martedì 3 agosto 2010

Otto Maggio Duemiladieci

fondamentalmente è come se, quando ti ritrovi li, su di una rossa, curve gentili e neve invitante, scend,i curvi e ti diverti, placido, backside, frontside, e giu, maagari un po' di vento nei capelli, preferibilmente sole e, per favore, azzurro a tratti... pecorelle bianche che si rincorrono in cielo, zuccherine, morbide e dolci, libere di vagare nell'azzurro, rincorrersi senza fretta, tutte nella stessa direzione... e meldhau sotto che indica il percorso, solo quello, perché la direzione è nota... giú senza fretta, nel bianco, tra un verde, coperti d'azzurro e poi arriva Amsterdam, e nel mentre la partenza, acceleratore, freno salti, e poi via e ti ritrovi in bici: pedalate frenetiche in grandi biciclette calibrate sulla dimensione delle tue evidentemente grandi gambe, capaci di chilometri inimmaginabili, di architettura in architettura e poi inchiodi; sale qulcuno e poi riparti e sotto brad suggerisce un los angeles che non ti aspetti e che ti fa pensare scenari inimmaginati e presentati da altri in momenti di personale delirio in cui i pensieri fluiscono e il volume piú alto, crescente a seguire il tuo stato d'animo capace di visioni di infnita libertà e puzza di fritto che ti riporta qui... e ti lancia sui monti in un montelago immaginato perso in danze solitarie invidiando kilt altrui in cui pendenti genitali sobbalzano e gioiscono fugacemente della forza di garavita, ed Amsterdam continua, implacabile riporta alla sera un cui le luci si trasformano in bagliori e fumi di essenze, persi, fluttuanti e poi... di nuovo, parapappa e si grazie sono ancor qui, nuvole cartelli azzurro e uno sprawl che non ha neanche la dignità del suo nome... emozionante, bello, fluttuante, punti interogativi casuali che suggeriscono riflessioni cognitive, e come la musica va, imperterrita, come piace a me, libera e per libera associazione di idee dico autobus pene vagina, seno capezzolo, nuvole azzurro bruma e via, così, jazz
... ...
e nel frattempo la mille miglia attrversa la bazzanese con il suo rombo e una bruna dal naso troppo grande si siede e una porche mi interessa di più, senso critico dicevamo, e si, e ai, e quanto è bello sapere di essere al modo, e qunto é bello sapere di dover morire prima o poi, perché la mille miglia passa, perché meldhau suona, perché la mille miglia é passata, perché meldhau
ha già suonato, perché la bruna dienterà una vecchia bisbetica che nessuno vorrà domare, perché io sono qui e in ness altro posto, perche scrivo grazie all'ipod, e non sarebbe altrimenti checchesenedica, soprattutto non vorrei che lo fosse perché così va benissimo, Pieno di errori che non corrggero e che fanno me, e l'aria, Erba tagliata che nom sccedera piú, sa di Erba, di zola, di predosa e di 6 7 1, e di 8 maggio 2010, magica ed irripetibile poesia sottolineata dal fischio dei freni e da quel cazzo di meldhau che muore tra tasti Bianchi e neri.
... scendiam qua ? no, alla prossima.

sPECiE

c'è caldo e una testa di cazzo fa cagare il suo cane nel sottopasso della stazione e io calpesto.
sono le 7:50 am e un delinquente caga nel cesso del treno lasciando un fetore nausebondo che mi strizza lo stomaco e mi fa girare la testa.
un coglione canticchia e tiene il ritmo con i piedi, seduto proprio li, davanti a me, in treno.

odio la mia specie